Italia

Genova

Il gioco del lotto

A Genova già all’inizio del XVI secolo si eleggevano cinque senatori fra centoventi cittadini del Consiglio tramite l’estrazione a sorte di bussolotti, corrispondenti ciascuno a un senatore. Il gioco consisteva nello scommettere sui favoriti dalla fortuna. Questo tipo di lotto, inventato dal nobile genovese Benedetto Gentile nel 1576, veniva chiamato anche “Gioco del Seminario” (dal nome dell’urna in cui si svolgeva l’estrazione). In seguito il gioco diventò il “Lotto della Zitella” ; invece che ai Senatori i numeri erano abbinati al nome di ragazze povere e i proventi del sorteggio venivano distribuiti fra loro come dote. Dal 1620 in poi il lotto in Liguria venne disciplinato da regole precise. Negli altri Stati italiani, invece, il gioco era ancora osteggiato perché considerato contrario all’etica. Nello Stato Pontificio il gioco fu a lungo bandito e nel 1728 il Papa Benedetto minacciò perfino la scomunica per chi vi partecipasse; tre anni dopo, il nuovo Pontefice Clemente XII riammise il lotto concedendo i proventi in dote alle ragazze indigenti, e nel 1785 Pio VI destinò i guadagni alle opere pie. Nel resto d’Italia il gioco venne accettato e amministrato dal monopolio di Stato. Nel 1863 il lotto si gioca in tutt’Italia in 6 ruote, che diverranno 8 dopo il 1870 con Roma Capitale. L’aumento della popolarità del gioco portò anche all’aumento delle estrazioni che da 2 o 3 all’anno del 1737, arrivarono a 18 dal 1797 al 1806; dal 1807 diventarono quindicinali e, infine, dal 1871, settimanali. Con lo sviluppo del lotto, si diffuse l’oniromanzia, cioè l’arte di prevedere il futuro in base ai sogni con la corrispondenza, ad ogni elemento di esso, di un determinato numero da giocare.

Forte Belvedere

L’importanza strategica rivestita dall’altura di Belvedere venne sfruttata nel 1747, con la sistemazione di una linea trincerata. Sull’area oggi occupata dal Forte Belvedere furono approntate due ridotte, riutilizzate durante l’assedio del 1800. Era quindi indispensabile edificare una nuova fortificazione sul posto a difesa della cinta. I lavori per la sua realizzazione iniziarono nel 1815. Durante i moti del 1849, la fortificazione fu occupata dai soldati piemontesi. Alla fine dell’ottocento, venendo meno l’importanza strategica delle Mura, cambiò l’utilizzo del Belvedere che fu per così dire “declassato” e trasformato, da ormai inutile avamposto delle Mura, a Batteria in difesa dello specchio d’acqua antistante il porto. Nel fossato sottostante furono ricavate numerose riservette interrate. Intorno al 1938 sulla Lunetta furono collocati quattro cannoni della Contraerea, depositi munizioni e vari servizi. Nel ’43 la fortificazione passò in mano tedesca. Al termine del conflitto è stata occupata da un privato. Oggi, sul posto sorge il campo sportivo Morgavi, realizzato negli anni ’70. Le strutture esterne della Batteria sono ormai in pessime condizioni. In buone condizioni si trovano invece le riservette; lungo il corridoio interno e sulla volta di ognuna, si notano le tracce dei binari per il trasporto delle munizioni, mentre sui muri si leggono ancora alcune scritte d’uso. La strada coperta ed il camminamento alla Freccia sono ormai cancellati dalla vegetazione e da uno strato di cemento. A tratti s’intravede un rudere del camminamento.

Forte di Santa Tecla

In origine al posto del Forte Santa Tecla sorgeva la piccola chiesa omonima, già esistente nel XII secolo. Una prima parte di lavori per la realizzazione della fortificazione fu intrapresa nel 1747 e terminata nel 1751; l’opera appariva completa solo nelle mura perimetrali. Secondo una relazione redatta durante l’assedio del 1800, le truppe francesi la sistemarono per la difesa. I lavori di completamento ripresero intorno al 1815 e terminarono tra il 1828 ed il 1833, con l’erezione di una caserma a due piani ed altre opere esterne. Lo scopo del complesso era di bloccare un eventuale passaggio nemico proveniente da levante. Dal dopoguerra al 1981 è stata abitato da civili. Negli anni ’70, il consiglio di quartiere di San Fruttuoso avviò un intervento di restauro, completato il quale il forte è stato chiuso nell’attesa di una destinazione. Nel frattempo il forte è stato deturpato negli interni, mentre ignoti hanno incendiato il tetto della caserma. Attualmente sono in corso lavori di ripristino.

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