Cultura

Senesi celebri

Morte dell’architetto Giuseppe Partini

Scompare l’architetto Giuseppe Partini, uno dei personaggi fondamentali della Siena del XIX secolo. Già quando frequentava l’Accademia delle Belle Arti mostrò una particolare predilezione per il purismo, diventandone poi uno dei maggiori esponenti italiani grazie agli insegnamenti del suo maestro Alessandro Doveri. Fra le sue opere sono da ricordare il restauro della basilica di San Francesco e alcuni fra i più significativi monumenti funebri del cimitero monumentale della Misericordia. Altri interventi in cui si distinse furono il recupero del castello di Belcaro e l’adattamento di quello di Brolio. Giuseppe Partini, che era nato nel 1842, fu un personaggio di spicco anche nella vita cittadina senese: per alcuni anni fu Rettore dell’Opera del Duomo.

Morte di Francesco di Giorgio

Scompare uno dei più grandi e poliedrici artisti del Rinascimento, Francesco di Giorgio, che ricordiamo per le sue geniali opere di architetto, pittore, scultore e inventore di nuove macchine. Pur lavorando per Federico da Montefeltro e per altre importanti casate italiane, mostrò un particolare amore verso la patria Siena, diventando anche Ingegnere Ufficiale della Repubblica, nello stesso anno in cui realizzò quel capolavoro di linee che è la chiesa della Madonna del Calcinaio presso Cortona. Ebbe il tempo di dislocare nuove fortificazioni costiere nell’Argentario e di progettare il Palazzo Comunale di Iesi. Morì onorato da Pandolfo Petrucci, in quegli anni signore incontrastato di Siena e del suo Stato.

Nascita di Borghese Borghesi

Nasce a Siena Borghese Borghesi, militare e uomo politico che rappresentò i Noveschi nel governo cittadino. Come militare si mise in luce nello scontro di Poggio Imperiale presso Poggibonsi, dove ricoprì il difficile ruolo di Commissario Generale dell’esercito senese. Una battaglia vinta anche grazie alla presenza, accanto alle truppe della Balzana, di un sostanzioso raggruppamento di aragonesi. Borghese Borghesi ebbe grandi onori al suo ritorno a Siena tanto che fu chiamato “Padre della Patria”. Per l’occasione la città coniò anche alcune medaglie con la sua effigie. Quando scomparve, nel 1490, i senesi osservarono uno spontaneo lutto che durò alcuni giorni.

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