Arte

Jago, Banksy, TvBoy e altre storie controcorrente

La premura di manifestare la propria visione, senza il bisogno di rigidità disciplinari o confini invalicabili, tecnici o concettuali che siano, ma anzi grazie ad una condotta aperta a tutti i campi del possibile e alle molteplici direzioni concrete che la mente rivela, è senza dubbio intrisa nell’opera di Jago,v La scultura per lui è una ricerca personale su se stessi e un grande esercizio di comunicazione. Non si torna indietro, si potrebbe distruggere o migliorare la materia ma in realtà scolpire il marmo è questo per l’artista un grande esercizio di comunicazione in cui la mente si unisce alla materia, toccando ciò che è reale si riesce a generare il nuovo. Nella sua visione, che poi è la sua arte si genera una costante provocazione. Un turbinio silente di emozioni che rende gli spettatori anche tristi e malinconici ma mai indifferenti o delusi.

Gli insegnamenti dell’universo fumettistico e dei cartoon giapponesi si addensano con la dimensione evocativa di pop part e urban art definendo la poetica di TVBOY. I suoi lavori sono caratterizzati da un forte realismo, i contorni delle figure sono ben riconoscibili. Una schiettezza formale potremmo definire la sua, capace di porsi su un piano di osservazione immerso nel tangibile. Immigrazione, violenza di genere, attenzione verso l’ambiente e le problematiche che derivano dall’immaginario consumistico assumono una simbologia accessibile e concreta, in cui oggetti e le iconiche personalità della società divengono simboli di un nuovo scenario contemporaneo; apparentemente decontestualizzati, ma estremamente rappresentativi e inequivocabili.

Gli artisti di questo nucleo hanno ormai acquisito una forte riconoscibilità e i loro lavori si inseriscono anche all’interno del tradizionale mercato dell’arte, come ben dimostra il numero crescente di mostre ed esposizioni che si propongono di esporre in modo articolato le differenti declinazioni di questo movimento. Al di là del sistema dell’arte tradizionale la street art è riuscita a dialogare anche con altri ambiti mostrando la sua natura poliedrica e il suo essere un fenomeno di comunicazione in grado di tradursi costantemente in differenti ambiti discorsivi.

La diffusione delle immagini, la permeabilità con cui della street art si è instaurata nel grande pubblico non è delegata esclusivamente ai social e al web – universo ineluttabile in cui si è stratificato il loro successo globale – ma anche ai media tradizionali come la televisione, nel corso di questi ultimi anni, con una precisa intensione, si è focalizzata l’attenzione sul fenomeno investendo produzioni che ne hanno messo in discorso i differenti generi. Ci sono programmi reportage che restituiscono le articolazioni del fenomeno all’interno di diverse città internazionali e italianevi passando da pratica sotterranea e underground a protagonista della prima serata in uno dei principali canali satellitari italiani. Il legame con i prodotti televisivi ha coinvolto anche un’artista come Banksy che ha realizzato la sigla di una puntata dei Simpson inserendovi temi e figure della sua poetica urbana.

Controcorrente… qualcosa per iniziare qualcos’altro, è anche questo il flusso cui quotidianamente assistiamo intorno a noi. Non si tratta semplicemente di natura: ciò avviene anche nel settore artistico dove non di rado l’evoluzione delle correnti e delle avanguardie porta al mutamento. L’idea di fondo, l’embrione, si evolve in un ciclo vitale che poi ci rende adulti. Si crea così il rinnovamento, finalizzato al, non sempre raggiunto, progresso. Attraverso questa lettura viviamo una costante evoluzione culturale, fatta di codici linguistici e stilistici in continuo mutamento. Non a caso, oltre il Barocco e il Roccocò, i graffiti di Andrea Ravo Mattonivii rendono vivi e presenti – ora e qui – i capolavori immortali dell’arte moderna normalmente esposti nei musei. Tecnica e dimensione sono la sua cifra identitaria, la bomboletta spray sostituisce il pennello e le tele diventano grandi pareti, una conversione unica che consegna i capolavori più importanti del classicismo italiano all’esterno consentendo a tutti di poter vivere il quadro senza alcun filtro e limitazione; esattamente l’opposto di quanto accade visitando i grandi musei, dove il flusso dei visitatori impone tempi di visione brevi e nega la possibilità di sostare a lungo di fronte all’opera.

Il muro, massima espressione della street art diventa la cornice ideale per installare cartelli stradali e staccionate in legno; elementi che normalmente troviamo per strada diventano i protagonisti delle opere di uno degli street artist più famosi e controversi, Thierry Guetta, alias Mr Brainwash.viii MBW, ha iniziato stringendo amicizia e filmando alcuni dei più influenti artisti del mondo, tra cui l’anonimo più famoso del regno unito, Banksy (seguito durante le sue incursioni alla Tate Britain e sul muro che divide Cisgiordania e Israele). Citazioni al mondo dell’arte, riferimenti al consumismo e alla cultura che hanno dominato la nostra società negli ultimi decenni sono amalgamati con un’onnivora visione ultrapop generando, secondo lo stesso artista, opere che rendono le persone felici, portando gioia, colore e messaggi positivi. Una sintesi chiara per dire che la vita è bella! Un forte legame quello con la materia che anacronisticamente, e imponendosi sugli odierni abusi digitali, si impone nelle figure in bilico tra sacro e profano di Pau.ix Intaglio della matrice, processo di stampa home made e ritocco a mano di ogni singola stampa con tecniche miste sono i processi con cui Pau realizza le sue personali Dee della fortuna, un connubio ideale tra mitologia greca, superstizione e iconografia cattolica. Con Santa Suerte, la giustizia, è rappresentata come dea bendata, a simboleggiare il principio della sua imparzialità, raffigurata con una donna che non può guardare in faccia nessuno; una visione di giustizia che, quasi fatalmente, tende ad accomunarsi a quella della fortuna! Quella mancanza di equità, tolleranza e giustizia che fa male, logora, non può entrare nelle nostre vite soltanto mediante rapide immagini al tg o con vaghi titoli sui social. Con la visione disincantata e ironica di Laika,x artista sincronicamente indipendente, misteriosa e libera, l’attenzione rimane viva, tenace come i suoi poster e adesivi, effimeri tableau vivant, che attraggono interesse e sguardi al nostro passaggio per strada. È solo un poster, ma si può dire molto con la carta, si può dire tutto! E tutto è speranza, Hope appunto, la più efficace illustrazione politica americana dai tempi dello Zio Sam realizzata da Obeyxi che renderà memorabile la vittoria di Barack Obama, il primo afroamericano a ricoprire la carica di Presidente degli Stati Uniti d’America.

Solo qualche anno fa, questo affascinante accostamento di colori e luci, era effettivamente visto da alcuni come una forma d’arte mentre, per molte persone era, è e sarà sempre  e comunque principalmente un atto delinquenziale.xii Gesti di ribellione che ci hanno consentito di avere una nuova visione di ciò che accade, azioni talvolta violente che hanno concretizzato nelle persone una consapevolezza non più univoca e sistemica ma bensì individuale coscienza e conoscenza.xiii L’arte si evolve – questo per fortuna è inevitabile – e per quanto concerne più nello specifico la presenza di tali opere nei musei oggi, si può immaginare un domani in cui ci sia l’interesse e l’attenzione per tutte quelle piccole situazioni cui quotidianamente non diamo la giusta attenzione ma che, effettivamente, esistono e si materializzano intorno a noi.xiv A tale proposito l’auspicio è sempre lo stesso, che i murales e gli interventi d’arte – soprattutto quelli non istituzionali, ma radicalmente liberi – vivano, venendo tutelati a seconda del loro determinato singolo ruolo, senza che ne venga fatto un motivo di interesse e speculazione individuale. Il principio attivo del progresso, soprattutto nel mondo dell’arte, può essere semplicemente il cambiamento, quell’evoluzione naturale che solitamente diventa reale solo se è controcorrente.

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