Monumenti

I monumenti di Livorno

Il Cimitero Greco – Ortodosso
Il Cimitero si trova in via Marco Mastacchi, quartiere Filzi. Costruito nel 1840, ospita al proprio interno una Chiesa dedicata alla Beata Vergine Maria, appartenente al Patriarcato di Costantinopoli. La Chiesa ha pianta centrale con navate basilicali e facciata semplicemente intonacata con ingresso in stile neoclassico. La Chiesa è sormontata da una cupola centrale e due semicupole laterali, coperte a squame di laterizio e visibili dall’esterno. La navata centrale è separata dalle due navatelle da un ordine di pilastri ed è sovrastata da volte a crociera. All’interno del Cimitero sono di interesse artistico le cappelle della famiglia Maurogordato e Rodocanachi, i cui altari in marmo bicromo sono decorati con piccoli mosaici. L’interno è caratterizzato da ricche decorazioni in stile moresco, ottenute a tempera con colori vivaci. Di particolare interesse il mosaico circolare raffigurante San Giorgio.
Il Teatro Goldoni
La costruzione del Teatro, progettata dall’architetto Giuseppe Cappellini, fu iniziata nel 1843. Il Teatro fu inaugurato nel 1847. Inizialmente dedicato a Leopoldo II di Lorena allora regnante, fu però sempre chiamato Caporali in onore dei fratelli che ne realizzarono il disegno.
La facciata di stile neoclassico è composta di un frontespizio sostenuto da sette archi con pilastri dorici. L’interno, molto luminoso per la presenza di sette grandi finestre, ospita 115 palchetti ora non più decorati dagli antichi stucchi e dorature. La platea, ampia venti per venti metri, è sovrastata da un tetto in cristallo.
Nel 1859 fu deciso di chiamare il Teatro “Goldoni”. Il legame tra Livorno e Goldoni è segnato, fra l’altro, dall’ambientazione livornese che il commediografo scelse per tre delle sue opere.
La Chiesa di San Cerbone – (Marciana)
Antico oratorio lungo la via che da Poggio sale a Monte Capanne, eretto dagli elbani in onore del Santo, nel luogo ove si rifugiò da Populonia quando questa fu assalita dai Longobardi nel 570.
Il Cimitero Olandese – Alemanno
La comunità olandese ebbe il suo primo cimitero nell’attuale via Garibaldi; si trattava di un giardino, senza monumenti funebri. L’attuale Camposanto, sito in via Marco Mastacchi, risale al 1840, ha conservato la tipica struttura di giardino ma ospita lapidi di pregio storico – artistico. Vi si trovano le spoglie di illustri cittadini della “Nazione Olandese”: i Mayer, i Kotzian, i Wasshuth, il console di Germania Karl Niemack ()1905), il console generale dell’Impero Germanico Cristiano Francesco Appelius (1879), il console di Norvegia Claus Cassen (1842), il console di Danimarca e Svezia Vestzynthius ed i consoli svizzeri Peter Fehr Walser (1850), Giovanni Corradini (1870) e Oscar Corradini (1926). Il Cimitero confina con quello greco – ortodosso da cui è diviso da una cancellata.
Il Duomo di Livorno
Il Duomo fu eretto nel 1594 – 1595 su progetto del Buontalenti. La costruzione fu iniziata dal Pieroni e completata dal Cantagallina; nel 1607 gli fu aggiunto il campanile. La Chiesa è dedicata a San Francesco ed è stata ricostruita nel 1953. All’interno sono conservate opere del Gazzarini, del Bottani, del Passignano e del Curradi. Il quadro La Sacra Famiglia è stato attribuito al Del Sarto. Fra i monumenti di rilievo sono quelli del Foggini dedicati al Borromei, al marchese Ginori e al marchese del Borro.
Il Parco Archeologico di San Vincenzino
Presso il Parco si possono visitare i resti di una grandiosa villa romana di età imperiale. Il sito archeologico ebbe vita dal I secolo a.C. al V secolo d.C. e la sua storia sembra articolata in diverse fasi di costruzione e successive modificazioni d’uso. L’edificazione è attribuibile al console di Roma Albino Cecina, sebbene questa interpretazione non abbia mai trovato conferma.
La Chiesa di Santa Giulia
La Chiesa fu costruita fra il 1602 e il 1603. La facciata è attualmente molto semplice, essendo stata privata delle statue che un tempo la ornavano. La struttura presenta navata unica e altare marmoreo del secolo XVII realizzato da Nicolò Carducci; una tela di scuola giottesca raffigurante Santa Giulia arrichisce il luogo sacramentale. All’interno della Chiesa è conservato un reliquario seicentesco fatto a forma di fortezza ed eseguito in argento e rame dorato dalla compagnia di Santa Giulia. Lo scrigno contiene reliquie che sono attribuite a Santa Giulia, patrona di Livorno. Dalla cappella dedicata alla Madonna di Lourdes si accede all’oratorio di San Ranieri, costruito nel 1696 in luogo del vecchio camposanto di Santa Giulia. Le pareti dell’oratorio raccontano, attraverso gli affreschi, sei episodi della vita di San Ranieri. La chiesa è stata ricostruita dopo la seconda guerra mondiale.
La Fontana con Mostri Marini
La Fontana, visibile in piazza della Colonnella, è una copia novecentesca; gli originali di Pietro Tacca, che dovevano essere posti ai lati del Monumento dei Quattro Mori, si trovano attualmente a Firenze in piazza Santa Annunziata. L’opera bronzea, ricca di arabeschi, è decorata con pesci e mostri marini dalle creste dentate. La plasticità degli sgocciolatoi rivela un virtuosismo manierista, presente soprattutto nell’originale, frutto della fantasia e creatività del Tacca.
Il Santuario di Montenero
Il Santuario risale al 1345, ma subì varie trasformazioni durante il periodo di custodia dei Padri Teatini (1669 – 1783). L’ultimo cambiamento si può far risalire alla progettazione di Giovanni del Fantasia del 1710. Vi si accede tramite una scalinata antistante la Chiesa, alla cui destra si apre il loggiato del famedio, una sorta di Pantheon livornese. All’interno vi sono i monumenti funebri dedicati ai più illustri personaggi livornesi. La Chiesa, con pianta a croce latina, ha un atrio con affreschi realizzati da Filippo Maria Galletti. L’interno del Santuario, di ascendenza barocca, è impreziosito da ornati in stucco e marmi policromi. Il soffitto ligneo disegnato e intagliato nel 1680 da Pietro Gambelli ospita tre grandi tele con episodi della vita di San Gaetano Thiene, fondatore dei Teatini. All’interno del tabernacolo si trova la tavola raffigurante la Madonna del Montenero, opera di Jacopo di Michele, detto Gera. La cupola è affrescata con “L’incoronazione della Vergine” , opera di Giuliano Traballesi (1771 – 1774). La sacrestia ospita invece l’altare marmoreo di Silvio Cosini del 1530. Il Santuario è dedicato alla Madonna di Montenero, che diventò patrona della Toscana nel 1847.
La Chiesa di Santa Caterina
La Chiesa, detta anche dei Domenicani, fu costruita fra il 1720 e il 1755 su progetto di Giovanni del Fantasia. La struttura è a pianta ottagonale con cupola sostenuta da otto archi ed otto pilastri di ordine composito; sulla sommità si erge la lanterna, opera dell’architetto Dario Giacomelli. Dietro l’altare maggiore è posta l'”Incoronazione della Vergine” di Giorgio Vasari. La cappella, dedicata alla Madonna del Rosario, ha affreschi e pala dell’altare dipinti da Giuseppe Maria Terreni (1783), mentre conserva al suo interno un presepe ligneo di Cesare Tarrini. La cappella di San Giuseppe è decorata invece con un affresco raffigurante lo “Sposalizio della Vergine” e con finte prospettiche opera dei fratelli Terreni. Altra opera pittorica, che arrichisce la Chiesa, si trova sopra l’altare: è il “Padre Eterno in Gloria” di Giuliano Trabellesi (1758).
Il Cimitero inglese
Il Cimitero monumentale protestante, databile attorno alla prima metà del Settecento, è circondato da basse mura con una cancellata in ferro. Alcune tombe attestano però che il cimitero era già in funzione abusivamente, prima della sua autorizzazione ufficiale, nel Seicento. I sepolcri più antichi sono realizzati in pietra grigia con tetto spiovente su cui sono ancora leggibili le iscrizioni. I monumenti del ‘700 si distinguono per la loro maggiore altezza e, si pensa, furono in parte trasferiti da altri cimiteri o ville fino al 1737. Tra le tombe di personaggi illustri si trova quella dello scrittore inglese Tobias Smollet, morto a Livorno nel 1771 e quella dell’oratore del parlamento inglese Francesco Horner. E’ visitabile inoltre il sepolcro di William Mages: morto a Pisa nel 1803, fu marito di Santa Elizabeth Seaton, che si convertì al cattolicesimo proprio a Livorno.

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